La salvaguardia delle foreste e il loro ruolo nella lotta ai cambiamenti climatici: intervista a Giorgio Vacchiano

La salvaguardia delle foreste e il loro ruolo nella lotta ai cambiamenti climatici: intervista a Giorgio Vacchiano

Intervista di Antonella Vitelli a Giorgio Vacchiano.

"E' fondamentale salvaguardare le foreste esistenti, gestirle in modo sostenibile, recuperare quelle che sono state degradate e sfruttare il legno in modo intelligente, puntando su prodotti duraturi, per poter sfruttare al massimo il ruolo che queste possono avere nella mitigazione dei cambiamenti climatici". Così ha dichiarato Giorgio Vacchiano

Giorgio Vacchiano è un rinomato ricercatore e docente di Gestione e Pianificazione Forestale presso l'Università degli Studi di Milano. Il suo lavoro si focalizza sulla creazione di modelli di simulazione per sostenere una gestione forestale sostenibile, per combattere e adattarsi al cambiamento climatico e affrontare i disturbi naturali che interessano le foreste temperate europee.

Con numerosi articoli scientifici pubblicati, Vacchiano è un membro rispettato della Società Italiana di Selvicoltura ed Ecologia Forestale (SISEF), della Ecological Society of America (ESA) e funge da consigliere per l'Associazione Pro Silva Italia. Oltre al suo lavoro di ricerca, Vacchiano si impegna attivamente nella divulgazione e nella comunicazione scientifica. Ha curato l'edizione 2023 assieme Elisabetta Donati de Conti di Earthrise - Design for a Living Planet, festival annuale che il Circolo del Design dedica alla relazione tra design e sostenibilità ambientale.

Nel 2018, la prestigiosa rivista "Nature" lo ha riconosciuto come uno degli 11 scienziati emergenti più influenti a livello mondiale che "stanno lasciando un'impronta nella scienza". Al centro delle sue ricerche ci sono le foreste.

Le foreste rappresentano uno degli ecosistemi più complessi e ricchi del nostro pianeta. Occupano circa il 30% della superficie terrestre, e sono caratterizzate da una straordinaria biodiversità, ospitando la maggior parte delle specie terrestri conosciute. Ma non solo: svolgono un ruolo chiave per l'intero sistema Terra, contribuendo alla regolazione del clima, al ciclo dell'acqua, al sequestro di carbonio e alla fornitura di numerose risorse utilizzate dall'uomo.

Nel contesto attuale di un mondo frammentato e teso, creare un senso condiviso di scopo e coordinare azioni per affrontare la crisi climatica e naturale è un compito impegnativo. I mutamenti geopolitici, come le tensioni tra Russia-Ucraina e USA-Cina, stanno alimentando divisioni globali che influenzano anche gli sforzi per affrontare la crisi ambientale. La recente legislazione dell'Unione Europea sulla deforestazione, sebbene accolta positivamente dagli attivisti ambientalisti, ha suscitato critiche da parte dei paesi interessati, evidenziando la necessità di una cooperazione internazionale efficace. I mercati volontari dei crediti di carbonio e dei crediti per la biodiversità presentano imperfezioni e disuguaglianze che ostacolano la conservazione delle foreste. Per accelerare i progressi verso obiettivi condivisi di natura e clima, è fondamentale migliorare l'coinvolgimento e promuovere l'equità. Iniziative come l'Alleanza delle economie positive per la natura e opportunità future, come la presidenza brasiliana del G20, potrebbero favorire una maggiore collaborazione e una trasformazione dell'architettura economica e finanziaria globale verso la sostenibilità. Senza un approccio collaborativo, i paesi ricchi di risorse naturali potrebbero optare per un'organizzazione sovrana che minaccerebbe la conservazione delle foreste e il benessere globale a lungo termine. Dal punto di vista ecologico, le foreste svolgono un ruolo fondamentale nel sequestrare il carbonio atmosferico, agendo come una sorta di "polmone verde" del pianeta. Attraverso il processo di fotosintesi, gli alberi assorbono anidride carbonica, producono ossigeno e immagazzinano carbonio nei loro tessuti. Questa funzione è di vitale importanza per la lotta contro i cambiamenti climatici. Ma sono solo: parlare di foreste vuol dire anche parlare di fonti importanti di servizi ecosistemici, ossia benefici che gli esseri umani traggono dagli ecosistemi, come legname e cibo. 

Tuttavia, le foreste del mondo sono sotto pressione a causa del disboscamento, dei cambiamenti climatici e della conversione in terreni agricoli. Queste minacce mettono a rischio la sopravvivenza delle foreste e la fornitura di servizi ecosistemici su cui ci basiamo. È quindi fondamentale implementare strategie efficaci di conservazione e gestione sostenibile delle foreste, al fine di preservare questi preziosi ecosistemi per le generazioni future. C'è qualcuno che per lavoro queste risorse le difende ed è Ritwick Dutta, avvocato ambientalista in India che utilizza le istituzioni democratiche per proteggere le foreste e l'ambiente. Ha lavorato su oltre 1.300 casi ambientali, cercando di garantire la partecipazione pubblica ai permessi ambientali e l'uso sostenibile delle risorse biologiche. La sua organizzazione, la Legal Initiative for Forest and Environment (LIFE), rappresenta persone di tutto il paese. Dutta è stato preso di mira dal governo indiano, con accuse di prelievo di denaro da fondazioni americane per bloccare progetti di carbone. Nonostante gli ostacoli, continua a lottare per proteggere le foreste e le comunità che dipendono da esse, sottolineando che la protezione delle foreste va oltre il carbonio e riguarda anche la sostenibilità e il sostentamento delle persone. 

Le foreste non sono solo una risorsa, ma un patrimonio di biodiversità, un rifugio per la vita e un prezioso alleato nella lotta contro i cambiamenti climatici. Preservarle è una sfida che tutti noi dobbiamo affrontare.

Giorgio alberi e foreste; alleati per le tre crisi del nostro tempo. Quali sono queste tre crisi?

Le tre crisi sono quella del clima, che a causa delle emissioni di gas serra fa aumentare le temperature, il livello dei mari e gli eventi estremi a una velocità senza precedenti; quella della biodiversità, che a causa della distruzione diretta o dell’inquinamento, della crisi climatica stessa, e della diffusione delle specie invasive, causa l’estinzione accelerata di molte specie animali e vegetali e riduce la stabilità di molti ecosistemi; e quella della salute, con il diffondersi della pandemia di Covid-19 e l'emergere di nuove zoonosi (malattie infettive che possono essere trasmesse dagli animali vertebrati all’uomo) che mettono in serio pericolo la nostra salute e la nostra economia. Alberi e foreste, se ben conservati, ben gestiti, e ben ripristinati, possono aiutarci in tutti e tre i casi: assorbendo gas serra e favorendo l’adattamento agli estremi climatici; custodendo e ricreando nicchie ecologiche per la biodiversità terrestre; mantenendo l’equilibrio tra le popolazioni animali e gli agenti zoonotici contrastando il pericolo di spillover.

In un'intervista hai parlato di montagne come "rifugio climatico". Stiamo facendo abbastanza per salvaguardare la natura e noi stessi?

La protezione della natura e degli ecosistemi montani è una questione di fondamentale importanza, non solo per la salvaguardia degli ecosistemi ma per il benessere umano. Sebbene siano stati compiuti sforzi significativi per preservare le montagne e mitigare gli impatti negativi dell'attività umana, è necessario fare di più per affrontare le sfide attuali. Le montagne ospitano una straordinaria diversità di specie vegetali e animali, molte delle quali sono endemiche e vulnerabili.

La protezione delle montagne richiede la conservazione della biodiversità e l'adozione di misure per preservare gli habitat unici che ospitano, ad esempio integrando pratiche agricole più rispettose della biodiversità.

Inoltre, per continuare a garantire la fornitura di benefici essenziali, come l'acqua, il legno, i prodotti del bosco, la protezione dal dissesto idrogeologico, le possibilità di ricreazione e di cultura,  è importante attuare pratiche forestali sostenibili e pianificate. Infine, le montagne sono particolarmente vulnerabili agli effetti dei cambiamenti climatici, tra cui il riscaldamento delle temperature, la riduzione dei ghiacciai, e l'aumento del pericolo di incendi, frane e valanghe. È necessario sviluppare strategie di adattamento che tengano conto delle specificità delle montagne, inclusa la protezione degli ecosistemi che fungono da "rifugi climatici" per molte specie. Ciò implica la promozione di politiche di riduzione delle emissioni di gas serra, l'implementazione di misure di conservazione degli ecosistemi e l'adozione di pratiche di gestione del territorio che tengano conto dei rischi legati ai cambiamenti climatici.

In tutte queste azioni, la sensibilizzazione sul valore delle montagne e il coinvolgimento attivo delle persone nella gestione sostenibile delle risorse montane possono portare a risultati positivi e alla creazione di partenariati efficaci.

Qual è il ruolo delle foreste nel mitigare i cambiamenti climatici?

Le foreste assorbono CO2 attraverso il processo di fotosintesi, in cui le piante utilizzano la luce solare, l'anidride carbonica e l'acqua per produrre zuccheri e ossigeno.  Le foreste sono i più grandi serbatoi di carbonio biologici, e ogni anno assorbono circa 2,4 miliardi di tonnellate di CO2 (il 30% delle nostre emissioni climalteranti), contribuendo significativamente a ridurre l'effetto serra e mitigare i cambiamenti climatici. Tuttavia, il potenziale delle foreste nell'assorbire CO2 dipende anche dalla loro salute e dal loro stato di conservazione. La deforestazione, gli incendi, le siccità e altre forme di degrado forestale possono invertire il processo di assorbimento di carbonio, rilasciando grandi quantità di CO2 nell'atmosfera.

Pertanto, la protezione delle foreste esistenti, la gestione sostenibile delle foreste, il ripristino delle foreste degradate e un uso del legno intelligente e per prodotti che durano sono fondamentali per massimizzare il loro ruolo nel mitigare i cambiamenti climatici. 

Come si ricollegano le nostre azioni alla salvaguardia o alla distruzione delle foreste?

Le nostre azioni quotidiane possono avere un impatto significativo sulla salvaguardia o sulla distruzione delle foreste. L'agricoltura e l’allevamento nelle zone tropicali, l'estrazione di risorse naturali, l'espansione delle aree urbane possono portare alla deforestazione. Scegliere di sostenere prodotti provenienti da fonti sostenibili, ad esempio cercando di acquistare legname certificato da foreste gestite in modo responsabile, o beni alimentari liberi da prodotti a rischio di deforestazione, come l’olio di palma, può contribuire a ridurre il degrado di queste  importanti foreste, sebbene lontane da noi.

Inoltre, ridurre i nostri sprechi alimentari può diminuire la necessità di espandere le terre agricole e i pascoli a discapito delle foreste.

Anche sostenere la gestione forestale sostenibile in Italia può essere un modo efficace per proteggere le foreste. Questo può includere il sostegno a progetti di riforestazione e di ripristino degli ecosistemi forestali, il coinvolgimento personale nelle politiche di gestione delle risorse naturali e il sostegno alle comunità locali e di montagna - ma soprattutto la conoscenza e il coinvolgimento diretto con il bosco, conoscendo meglio quelli vicini a casa e scoprendo tutti i legami tra la nostra vita quotidiana e i prodotti e servizi forniti dalle foreste intorno a noi. Essere consapevoli dell'importanza delle foreste e sensibilizzare gli altri sui benefici delle foreste può contribuire a promuovere azioni di conservazione.

L'attivismo può spingere i governi e le aziende a intraprendere azioni più efficaci per la protezione delle foreste. Infine, ridurre le emissioni di gas serra può contribuire anche a mitigare i cambiamenti climatici che minacciano le foreste.

Adottare comportamenti più sostenibili come l'uso di mezzi di trasporto a basse emissioni, l'adozione di pratiche di efficienza energetica e la scelta di fonti di energia rinnovabile può aiutare a ridurre la domanda di combustibili fossili, riducendo così l'impatto sulle foreste.

Quali sono le principali sfide che le foreste italiane stanno affrontando al momento? E quali le carenze legislative?

Nonostante le foreste italiane vivano una forte espansione territoriale, la sfida più significativa che devono affrontare sono gli impatti dei cambiamenti climatici. Le temperature in aumento, gli eventi meteorologici estremi e i cambiamenti dei regimi delle precipitazioni possono influire sulla crescita e sulla sopravvivenza delle piante, mettendo a rischio la resilienza degli ecosistemi forestali. Inoltre, i cambiamenti climatici possono anche favorire l'insorgenza di malattie e parassiti, e la diffusione delle specie invasive. In secondo luogo, l’abbandono gestionale può in alcuni casi rappresentare una minaccia: la ricolonizzazione forestale spontanea e omogenea in territori prima utilizzati “a mosaico”  rappresenta una concausa della diffusione di vasti incendi boschivi e una minaccia alla biodiversità legate alle poche aree aperte residuali. Similmente, la mancanza di pianificazione determina un uso non responsabile del bosco, incapace di prevedere le conseguenze ambientali del prelievo di legno così come di aumentare la resistenza della foresta agli eventi climatici estremi.

Infine, non importa solo essere foresta, ma una foresta biodiversa e funzionante.

La scomparsa o la riduzione di molte specie animali e vegetali minacciate e associate al bosco impoverisce l’ecosistema, in particolare nelle foreste più minacciate dal consumo di suolo come quelle riparie, costiere, e di pianura.

La legislazione italiana ha recentemente adottato diverse misure e politiche per affrontare queste sfide, come lo stimolo alla pianificazione forestale di area vasta, l’incentivo alla costituzione di filiere corte di prodotti forestali e alla formazione specialistica dei lavoratori in bosco, la promozione dell’aggregazione fondiaria per superare le sfide connesse alla frammentazione delle proprietà forestali, e l’istituzione del recente registro nazionale dei crediti di carbonio volontari forestali. Ma esistono ancora opportunità per migliorare la legislazione forestale al fine di garantire una gestione sostenibile e la conservazione delle foreste italiane:

1) La mancanza di finanziamenti adeguati - Una maggiore allocazione di risorse finanziarie consentirebbe di implementare misure preventive, come la prevenzione selvicolturale l'adozione di piani forestali ove mancanti e di pratiche di gestione sostenibile, e l’adattamento climatico delle foreste.

2) Rilevanza della gestione forestale: La gestione forestale sostenibile è fondamentale per garantire la salute e la resilienza delle foreste. Tuttavia, talvolta la pianificazione e la gestione forestale possono essere carenti o insufficienti, scarsamente partecipate e imposte dall’alto, o troppo spostate sulla apparentemente facile prospettiva della produzione di energia dal legno.

3) Manca una strategia integrata che affronti in modo globale le sfide che le foreste italiane devono affrontare. La strategia forestale nazionale, recentemente sviluppata, dovrebbe dialogare di più con le misure per la prevenzione degli incendi, per la promozione della biodiversità, per la mitigazione e l'adattamento ai cambiamenti climatici.

 

Torna al blog