Città del futuro: visioni e sfide di una nuova urbanizzazione

Città del futuro: visioni e sfide di una nuova urbanizzazione

Intervista ad Alessia Corami di Antonella Vitelli, agosto 2023

Negli ultimi anni, l'attenzione nei confronti delle Nature-Based Solutions (NbS) si è intensificata, poiché queste soluzioni rappresentano un approccio rivoluzionario per affrontare le sfide ambientali e climatiche che le città di tutto il mondo devono affrontare. Le NbS sono un insieme di strategie che utilizzano la natura stessa come risorsa principale per affrontare problemi quali il cambiamento climatico, il degrado ambientale e la perdita di biodiversità. Questo concetto innovativo è emerso negli anni 2000 e ha guadagnato sempre più adesioni, trovando sostegno da parte di organizzazioni internazionali come l'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) e la Commissione Europea.

A differenza delle tradizionali soluzioni infrastrutturali, che spesso comportano l'uso di materiali artificiali e costose opere di ingegneria, le Nature-Based Solutions si basano su metodi naturali sfruttando l'ecosistema esistente per affrontare le sfide ambientali. Questo approccio innovativo non solo riduce i costi, ma contribuisce anche a migliorare la qualità dell'ambiente urbano e la resilienza della città alle condizioni climatiche mutevoli.

Le Nature-Based Solutions, come ad esempio i tetti verdi e i rain garden, rappresentano modi concreti per rigenerare gli spazi urbani. I tetti verdi trasformano gli edifici in giardini verticali, contribuendo a mitigare l'effetto isola di calore urbano, assorbendo l'acqua piovana e aumentando la biodiversità. I rain garden, invece, sono strisce di terreno che trattenendo l'acqua piovana, ne rallentano il flusso e consentono l'assorbimento dei nutrienti e dei contaminanti, contribuendo così a migliorare la qualità dell'acqua ea ridurre l'inquinamento.

L'approccio "Sponge City" è un concetto che ha preso piede soprattutto in Cina, dove le città affrontano frequenti e intense precipitazioni. Questo concetto promuove la creazione di infrastrutture verdi e architettoniche che favoriscono l'infiltrazione dell'acqua piovana e ne permettano il riutilizzo, riducendo il rischio di alluvioni e il problema dell'acqua in eccesso. Gli esempi di successo delle Nature-Based Solutions in Italia dimostrano come l'adozione di tali strategie possa migliorare la sostenibilità ambientale e la resilienza urbana. Ne abbiamo parlato con Alessia Corami,  PhD, Visiting Assistant Professor dell'Università della Louisiana.

Qual è la definizione delle Nature-Based Solutions e come si differenziano dalle tradizionali soluzioni infrastrutturali?

Le Nature-Based Solution (NbS) sono un insieme di soluzioni per contrastare il cambiamento climatico, la degradazione dei vari ecosistemi e la riduzione della biodiversità. Questa idea di applicare soluzioni più naturali per ripristinare un ecosistema nasce negli anni 2000 ed è stata supportata dalla Union for Conservation of Nature (IUCN) e poi dalla stessa Commissione Europea.

Generalmente, le NbS sono metodi per ripristinare l’ecosistema. Richiedono un tempo maggiore e un costo inferiore rispetto ad altre metodologie per contrastare il cambiamento climatico o per proteggere un determinato ecosistema. Le NbS sono relativamente economiche rispetto a soluzioni più artificiali. Generalmente si suggerisce l’uso di materiali naturali, ma anche scarti naturali. Le prospettive sono sia di migliorare la salute dell’ambiente sia il cosidetto well-being vale a dire “lo stare bene”, ma anche creare nuovi posti di lavoro. Lo scopo fondamentale delle NbS è di contrastare il cambiamento climatico e allo stesso tempo di incentivare la resilienza, vale a dire ripristinare l’ecosistema secondo regole e tempi naturali, con la supervisione di esperti. Sono applicabili ovunque perché molto variabili e adattabili. In particolare, in ambiente urbano si ricollegano al concetto di Biophilic cities, cioè di incrementare aree naturali in aeree urbane. Le NbS si rifanno agli obiettivi 3 (Salute e Benessere), 11 (Città e Comunità Sostenibili) e 13 (Lotta contro il Cambiamento Climatico) dell’Agenda 2030 (ONU). Le NbS sono alla base del concetto di sostenibilità and promuovono lo sviluppo di molti dei 17 obiettivi SDGs.

Lo scopo principale delle NbS è di “gestire” l’ambiente controllando il quantitativo di carbonio (C) emesso dalle differenti attività antropiche, proteggere le aree costiere dall’innalzamento del livello marino, ridurre i danni delle precipitazioni intense (Heavy Rains o Flash Floods) e ridurre i danni dovuti a smottamenti o frane. Applicando soluzioni naturali secondo l’ecosistema considerato, comporta un miglioramento nella qualità dell’aria, dell’acqua, del suolo e quindi nella produzione del cibo.  Le persone che vivono nell’ecosistema considerato o “rigenerato” non sono più solo dei beneficiari, ma anche dei guardiani. In particolare in ambito urbano, possiamo essere più consapevoli delle nostre abitudini e relative conseguenze; apportando minimi cambiamenti si può ricreare un ecosistema vantaggioso per la nostra salute e possiamo imparare a gestirlo. Cambiando l’approccio e considerandoci parte dell’ecosistema che stiamo considerando è possibile incrementare la qualità dell’ambiente, migliorare la gestione delle risorse naturali e ridurre la vulnerabilità socio-ambientale.

Studiosi affermano che una caratteristica delle NbS è l’estetica, cioè la soluzione considerata deve essere valida dal punto di vista estetico in maniera tale da essere apprezzata dai cittadini stessi, un esempio sono i cosiddetti “Green roof”, altro punto è la funzionalità della soluzione scelta e le varie specie vegetali che vengono utilizzate, come nei “Rain Garden”. Per l’applicazione di una NbS è necessario la partecipazione di molti esperti. Le NbS permettono all’ambiente urbano di adattarsi al cambiamento climatico, in particolare al succedersi di eventi estremi. La presenza di spazi verdi in ambiente urbano riduce l’impatto delle onde di calore (heat waves), l’uso di alberi resistenti alla siccità migliora la risposta di foreste e boschi al cambio di uso del suolo.

Alessia cosa sono e quali benefici possono apportare all'ambiente urbano un green roof?

Il “green roof” è un tetto trasformato in un giardino. Significa ricreare un sistema vegetativo che era stato distrutto con l’edificazione. Si possono utilizzare diversi tipi di piante, sia arbusti sia alberi, in quest’ultimo caso è necessario un substrato più profondo. Generalmente sono strutture superficiali per cui le specie vegetali utilizzate sono piante come muschio, piante grasse e/o piante che resistono alla siccità. Il green roof riesce ad assorbire parte dell’acqua meteorica, evitando che questi arrivi al suolo, assorbe parte del calore durante il semestre estivo, in particolare nelle aree urbane. La vegetazione riesce a regolare l’umidità atmosferica e a ridurre le polveri sottili nell’atmosfera, allo stesso tempo permette agli insetti impollinatori di trovare habitat idonei per la loro sopravvivenza, aumentando così la biodiversità.

La presenza di un tetto verde aiuta a mantenere una temperatura nell’edificio più bassa, riducendo il fabbisogno energetico e l’emissione di anidride carbonica. Il tetto verde aiuta ad assorbire i suoni, a ridurre l’inquinamento sonoro nelle aree urbane.

Esempi di tetti verdi in Italia:

  1. Palazzo Lombardia a Milano, la base operativa dell’elisoccorso di Villa Guardia (Como) 
  2. Nuovo Ospedale Sant’Anna di San Fermo della Battaglia a Como, 
  3. Hortus Conclusus a Bergamo, 
  4. il progetto Bosco Verticale a Milano (architetto Boeri), 
  5. il padiglione G dell’Ospedale Bellaria a Bologna, 
  6. la Biblioteca comunale di Dobbiaco
  7. L’orto sul tetto a San Salviano, Torino, 
  8. Tetto al Liceo scientifico Keplero, di via Gherardi a Roma,
  9. Tetto palazzo del Lingotto il giardino è denominato la Pista 500,
  10. Biblioteca casa circondariale femminile di Rebibbia Roma.

Cosa si intende per "Sponge City" e come questo approccio può affrontare problemi di gestione delle acque piovane e alluvioni nelle aree urbane? Ci fa qualche esempio?

Foto by Chapman Taylor

L’idea della “Sponge city” o città spugnosa si è sviluppata in Cina. Il concetto parte dal problema delle intense precipitazioni che si ripetono frequentemente e come le città rispondono a questi eventi. Le aree urbane sono aree molto cementate in cui l’acqua delle cosiddette “bombe d’acqua” scorre velocemente con conseguenze negative alle infrastrutture e creando danni economici elevati. Il concetto parte dal presupposto di creare una risposta che comporti l’infiltrazione di acqua in area urbana e ridurre il ruscellamento, limitando i danni stessi. Altro punto fondamentale è l’eventuale riutilizzo dell’acqua piovana per i singoli scopi dopo eventuale depurazione, ovviamente questa acqua può essere utilizzata nei periodi di siccità.

Il concetto di Sponge city prevede zone verdi e strutture architettoniche per agevolare il drenaggio della pioggia e convogliarla nelle falde acquifere o nei bacini artificiali di raccolta. 

Il concetto di città spugna è racchiuso in sei parole chiave: conservazione, deposito, pulizia, utilizzo e scarico. Generalmente si prevedono tre parti ben distinte: zona urbana, zona ecologica ricreata e il sistema costruito a basso impatto.

In Cina sono state create molte città di questo tipo: 

Jinan in Shandong Province

Baicheng in Jilin Province

Shenzhen

Qian'an

Xixian

Shanghai

Hebi

Wuhan

In Italia si è partiti da Modena e poi Milano, stanno sviluppando questo concetto.

In che modo la pratica del "Strip Garden" può contribuire alla biodiversità e alla qualità dell'aria nelle città?

Il rain garden o strip garden è una striscia di terreno che permette di assorbire l’acqua piovana. Viene creata una depressione con alla base sabbia (permeabile) e compost. L’uso delle specie vegetali aumenta la presenza di impollinatori e altre specie di insetti. Queste strisce di terreno permettono che l’acqua piovani arrivi al sistema fognario, nella falda acquifera o nei corsi d’acqua con una concentrazione di nutrienti (fosforo e azoto) e/o contaminanti (organici e/o inorganici) minore rispetto alla loro assenza. Durante i fenomeni precipitativi, i primi centimetri di suolo e di asfalto (aree urbane) sono ricchi di contaminanti di origine antropogenica che vengono trasportati durante il ruscellamento. Le piante, in particolare tramite le radici, riescono a trattenere queste sostanze. Altro particolare da evidenziare e che si crea una superficie “ruvida” che riduce il ruscellamento dell’acqua piovana e permette l’infiltrazione di quest’ultima.

Lo scopo principale di queste strisce di giardino è di rallentare il flusso dell’acqua piovana e di trattenere i contaminanti, allo stesso tempo di incrementare la biodiversità in particolar modo nelle aree urbane.

Questa acqua ha diversi usi non potabili: pulizia macchine e strade, irrigazione parchi pubblici, irrigazione agricola, zone umide e zone ricreative con aree lacustri.

Esempi di rain garden in Italia:

il Giardino Oreste del Buono, situato a Milano, 

nel Laboratorio di Progettazione Urbana all’Università di Genova.

Strada Interquartiere Nord (Zara-Expo) – lotti 1 e 2

Ci può fornire qualche esempio di soluzioni basate sulla natura implementate in Italia e come hanno contribuito a migliorare la sostenibilità ambientale e la resilienza urbana?

Questi esempi permettono di aumentare la parte “verde” in aree urbane con vari benefici. La riduzione del ruscellamento dell’acqua piovana permette di ridurre i danni in caso di piogge intense, si osserva una maggiore infiltrazione di acqua nel suolo con un assorbimento dei contaminanti e nutrienti che l’acqua piovana trasporta. L’aumento di varie specie vegetative permette un aumento dei diversi impollinatori e della biodiversità, la presenza di piante permette una riduzione della temperatura dell’aria e migliora il cosiddetto “stare bene”. In particolare le strisce vegetate possono essere locate molto più facilmente con una spesa non eccessiva. Nelle aree urbane italiane non sempre troviamo giardini privati come nel mondo anglosassone, ma diffondere queste soluzioni lungo i marciapiedi o aree abbandonate permette un miglioramento della risposta di un area cementificata ad un fenomeno come le precipitazioni intense che si verificano sempre più spesso. Ovviamente sono solo un inizio. Altro punto importante è la cura di queste aree, non ne richiedono molta, ma è bene che ci sia sempre un controllo. 

Sia i green roof che i rain garden aiutano nella diminuzione di anidride carbonica e ossidi di azoto nell’aria, permettono di ridurre il fenomeno di cementificazione delle aree urbane e permettono di riutilizzare spazi che sono inutilizzati, un esempio è la High Line di New York o la Camden High line a Londra, rete ferroviarie in disuso e trasformate in giardino. Dobbiamo sempre considerare che specie vegetali usiamo e se sono idonee per l’area che stiamo considerando. Non possiamo solo pensare di piantare alberi se non c’è lo spazio sufficiente (orizzontale e verticale) per la crescita dell’albero stesso. Possiamo però aumentare le aree verdi nelle città. Le NbS sono così diversificate, che si adattano al luogo oggetto di studio. Non ci sono regole fisse, ma ci permettono di aumentare la resilienza dell’area urbana e di migliorare la qualità della vita stessa.

 

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