Intervista di Gioconda Fappiano
Una regione in cui il turismo costituisce il 12% del PIL e che nel 2020 ha perso circa 23 milioni di presenze. Con la crisi pandemica e l’estate alle porte, l’Emilia Romagna riparte in sicurezza con la sua “dolce vita” puntando sui mercati di prossimità, soprattutto quello tedesco, innovandosi e preparandosi a diventare nel prossimo futuro “il corridoio verde” d’Italia. Ne parliamo con Andrea Corsini, Assessore alla mobilità e trasporti, infrastrutture, turismo e commercio dell'Emilia.
Assessore Corsini, in Emilia-Romagna quello turistico è un settore consolidato che incide in maniera significativa non solo sull’economia locale ma anche su quella nazionale. In questo periodo di crisi pandemica, con l’estate oramai alle porte, come vi siete organizzati per l’accoglienza dei turisti, soprattutto per quelli che tradizionalmente provengono dall’estero?
Il turismo in Emilia-Romagna costituisce oltre il 12% del PIL Regionale e vale circa 17,7 miliardi di euro. Per il 2021 ci siamo concentrati sui mercati di prossimità, in particolare la Germania, con una campagna televisiva sulle principali reti nazionali e sul sito Wetter.com (il più cliccato sito meteo tedesco, con 640 milioni di visitatori l’anno) con uno spot di promozione della Riviera Romagnola e della sua “dolce vita”. La campagna è partita a fine aprile, con l’intento di creare ispirazione e voglia di viaggiare, a breve, in vista delle vacanze di Pentecoste di Baviera e Baden-Württemberg (dal 25 maggio), i due Länder a Sud dai quali si può facilmente raggiungere la costa romagnola in auto, e proseguirà in estate. In generale puntiamo su sicurezza (la scorsa estate siamo stati i primi in Italia a definire i protocolli per ogni comparto turistico), innovazione nelle proposte di vacanza e flessibilità nelle prenotazioni.
Qual è la conta dei danni registrati nella vostra regione per la riduzione drastica delle attività turistiche nello scorso anno e nei primi mesi del nuovo?
Nel 2020 in termini di movimento turistico abbiamo perso circa 23 milioni di presenze, rispetto ai 60,7 milioni del 2019 (-38%), in termini di fatturato, tenendo conto dell’impatto economico diretto (strutture ricettive) ed indiretto (spiaggia, ristorazione, extra) la perdita ammonta a circa 1 miliardo e 400 milioni di euro. Per quanto riguarda la Pasqua, ricorrenza strategica in termini turistici e che solitamente segna l’avvio della stagione della Riviera, quest’anno il ponte pasquale in zona rossa ci è costato solo in Riviera 45 milioni di euro.
Vincenzo De Luca, governatore della Campania, sta insistendo molto sulla campagna vaccinale per rendere le isole del golfo di Napoli Covid Free, pensando in tal modo di dare una boccata d’ossigeno agli operatori turistici campani nel tentativo di salvare la stagione turistica estiva. Qual è la sua opinione in merito?
Concordo totalmente sull’importanza di una campagna vaccinale a tappeto che, complici anche le alte temperature della bella stagione e l’apporto per le difese immunitarie della Vitamina D attraverso l’esposizione ai raggi solari, ci portino verso l’immunità di gregge. Stiamo lavorando ad un accordo con le Associazioni degli albergatori per definire un protocollo che preveda di somministrare le vaccinazioni, quando ci saranno le condizioni, in alcune strutture turistiche. Inoltre, stiamo valutando la possibilità di prevedere tamponi rapidi da somministrare ai turisti al loro arrivo.
Quando l’esperienza pandemica sarà superata, secondo lei ci sarà bisogno di ripensare e di riformulare le politiche di qualificazione e sviluppo del comparto turistico?
In Emilia-Romagna lo stiamo già facendo: abbiamo investito 35 milioni di euro per la pedonalizzazione dei lungomari della Riviera e stiamo lavorando incessantemente per la sviluppo di nuove ciclovie (come il tratto Bologna-Verona della Ciclovia del Sole che abbiamo inaugurato pochi giorni fa) per favorire, assieme all’elettrico, una mobilità sempre più sostenibile. Pianteremo quattro milioni e mezzo di alberi in più nei prossimi cinque anni, uno per ciascuno dei suoi abitanti, per fare diventare l’Emilia-Romagna il “corridoio verde” d’Italia. Inoltre, finanziamo costantemente la riqualificazione delle strutture alberghiere, degli impianti sciistici, il rimpascimento della costa, la viabilità e i trasporti ferroviari per rendere la Regione sempre più facile da raggiungere.
Non crede che in Italia ci sia bisogno di un aggiornamento della normativa turistica nazionale che sia accompagnato da un piano snello di semplificazione amministrativa?
C’è sicuramente bisogno di un aggiornamento e di una semplificazione, ma c’è soprattutto bisogno di un vero e proprio piano industriale sul turismo.
Nel Recovery Plan, a suo parere, c’è un’adeguata attenzione al comparto turistico e che ruolo possono giocare le regioni in merito alla programmazione per gli investimenti?
Quanto conta il parere delle regioni? Il PNRR è stato oggettivamente migliorato, ma l’attenzione alle politiche e agli investimenti sul turismo è ancora insufficiente.
Mi dice perché un turista dovrebbe trascorrere una vacanza in Emilia-Romagna?
Perché’ da noi ci si sente sempre a casa e c’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire. Basti pensare alle nostre splendide Città d’Arte, veri e propri salotti dove si è accolti da cultura millenaria e arte e architettura contemporanee, una tavola unica per ricette e prodotti tipici, e dove la vista spazia tra antiche piazze, porticati infiniti, splendide abbazie, monumenti e palazzi storici che ammaliano e regalano emozioni indimenticabili. E poi una Motor Valley unica, tantissimo sport di grande livello, il wellness di 24 centri termali, 18 Cammini per viandanti e pellegrini, e la Riviera con il divertimento per tutta la famiglia.