"Battiato? Mi mancherà sapere che è vivo e che lavora".

"Battiato? Mi mancherà sapere che è vivo e che lavora".

Intervista a Umberto Maria Giardini | Francesca Cola 

Umberto Maria Giardini, noto anche con lo pseudonimo di Moltheni è uno dei musicisti che ha avuto il piacere di conoscere e collaborare con Franco Battiato.

L'abbiamo contattato per capire com'è nata l'idea di coinvolgere il Maestro nel suo Toilette memoria, album, il quarto del cantautore, registrato e missato nell'estate del 2006 dove proprio nel brano In Sento che sta per succedermi qualcosa si sente la voce di Franco Battiato. A prendere tempo o a perderlo non si sa, non c'è nessuno a volerlo insegnare forse perché non si insegna un vero disvelamento. 

Umberto chi era Franco Battiato? 

Franco Battiato era un uomo estremamente raro, non solo per le sue riconosciute capacità legate alla musica e alla scrittura, ma per un’attitudine assolutamente straordinaria verso l'arte e le sue numerose forme. Visionario e contemporaneamente profondo, curava i dettagli in maniera maniacale, senza danneggiare in nessun modo tutti quei significati che scaturivano da qualsiasi sua produzione. Un artista a 360° che lascia dietro di sé un vuoto incolmabile.

Nelle collaborazioni più importanti di Battiato compare “Sento che sta per succedermi qualcosa”, brano, tratto da tuo album “Toilette memoria”, a cui il Maestro presta la voce. Perché era un brano che non poteva che essere interpretato da lui, come hai dichiarato anni fa? Ma soprattutto come hai conosciuto e come gli hai proposto questa collaborazione?

Franco mi contattò prima delle riprese del suo primo film "Perduto amor" chiedendomi una partecipazione sia nella colonna sonora (Prigioniero del mondo di Lucio Battisti) che come comparsa all'interno della pellicola. Nei giorni passati assieme sul set e in studio con Pino Pischetola a Milano, ci furono svariati momenti in cui inevitabilmente affrontammo argomenti profondi e molto seri. Da lì nacque questa stima che fino a quel momento confesso non avevo mai avvertito nei suoi confronti, ma che non cambiò il mio modo personale di guardare il mondo e la vita; tuttavia compresi cose nuove che non dimenticherò mai. Qualche tempo più tardi avevo questo brevissimo brano che mi fece pensare a lui, e di fatto fu lui a cantarlo.

Quali sono i ricordi più profondi e anche più "teneri" di questo tuo incontro personale ed artistico?

L'empatia. Quando parlava comprendevo tutto, quando parlavo mi sentivo compreso.

Cosa ti mancherà di più di Franco Battiato? 

 Sapere che è vivo e che lavora. Franco non era una persona che vedevo spesso o che praticavo, quindi sarei un bugiardo se dicessi cose non vere. Sapere che non c'è più mi addolora enormemente.

Quale brano secondo te avrebbe scelto per raccontare la sua morte? E quale sceglieresti tu?

Nessuno in particolare, Franco Battiato era un profeta della vita e della comprensione di essa. Io lo stesso, non saprei davvero.

 

 

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