Hai detto Vicario? Sì, Margherita.

Hai detto Vicario? Sì, Margherita.

Intervista di Silvia Sardi, Gennaio 2020!

Attrice e cantautrice, cavalca da qualche tempo l'onda del successo che si fonda sul principio della gratitudine e del divertimento. Sorridente e poetica, ha una capacità pazzesca di scrivere e oggi è uscito il suo ultimo singolo

 

Canti in maniera melodica ma con una dinamica super attuale e piena di concetti forti a raffica: due caratteristiche vincenti, che ti portano ad avere una sonorità immediatamente riconoscibile, il tuo marchio di fabbrica – per dirla con le frasi fatte sentite in tv (cit. Xfactor non saprei l’edizione).
Come ti senti: brava, bravissima o solo all’inizio?

Grazie, ma no: non mi sento all’inizio! Per carità! Sono 8 anni che scrivo e suono in giro, ora però ho trovato una formula ancora più divertente. E una delle cose più importanti, sembrerà banale, è divertirsi.

Margherita Vicario, foto di IVAN CAZZOLA
I tuoi testi parlano chiaro della società contemporanea, stratificata e rinnovata, riesci a fotografare con immagini forti la realtà (penso a Mandela) senza spaventare, anzi con ironia. Da dove arriva questa sicurezza? Dalla fiducia, dalla speranza, dall’ottimismo, dalla voglia di cambiare o dall’accettazione?

Esattamente da tutte queste cose insieme. Non è proprio una sicurezza è tipo un tentativo di fermare dei pensieri.

Ci sono dei temi che mi tirano il bavero della giacca e mi dicono “fai una canzone su di me”. La realtà è complessissima, il bello di una canzone è che come una poesia può contraddirsi, come una pièce teatrale può mostrare più punti di vista. Di base la speranza e la certezza che l’essere umano sia meglio come lo dipingono c’è! Una volta al mese Bisogna riascoltarsi “Il costume da torero” di Brunori sas! Tutto quello che mi passa per la testa sembra avere un senso quando penso che la vita un senso forse non ce l'ha[...]

Quando canti, a chi pensi di parlare? Alle generazioni precedenti (ai vecchi ahahah), ai tuoi coetanei o ai giovani? Te lo chiedo perché porti dei messaggi importanti un po’ per tutti, che svelano un ragionamento dietro che dice “tranquilli andrà tutto bene, se ci state dentro”. Ecco, come ti senti: una mentore, una saggia, una critica?

Ahah no non mi sento nessuna di queste tre cose, ma so di avere un megafono e voglio usarlo bene.

Tendo a dire cose che se le sentissi mi farebbero stare bene, e tendo a scrivere sempre in modo ambiguo su più livelli, in realtà mi viene automatico, non è che lo faccio troppo apposta.

L’esempio più grande è “l’impavido pettirosso”: sembra una canzone per bambini sotto i 5 anni invece parla ai ventenni, a chi vuole andarsene da casa ma non ci riesce. Io amo i musical, e i musical sono la più grande fonte di intrattenimento per grandi e piccini, in più il mio timbro della voce è abbastanza pulito e limpido quindi ai più piccoli piace. In più, ecco, tutti siamo stati piccolissimi scatenati quindi forse mi viene sempre naturale parlare, come direbbe Leopardi, al fanciullino che è in noi.

Margherita Vicario foto di IVAN CAZZOLA

Sapendolo o meno, il tuo vissuto con il cinema è come se ti avesse preparato ad essere una star in perfetto equilibrio: trucco, costumi, prove, gratitudine, impegno. Quanto è importante questo tuo background?

Il background è importantissimo, non scriverei quello che scrivo se non avessi fatto quello che ho fatto: la cosa più bella di lavorare in televisione, di fare l'attrice, è  veramente rendersi conto che far parte di un meccanismo di squadra è importante. E mentre prima tendevo a fare le cose un po' di testa mia, con la musica, ora ho capto che la cosa più figa in assoluto è avere una squadra con cui lavorare. E quindi, anche in quel caso, la gratitudine, il riconoscimento del lavoro altrui è fondamentale. Un'attrice non fa niente da sola, le serve il set, il regista e tutti gli altri – e mi sto rendendo conto che se per fare del buon pop ha bisogno di una bella squadra dove poi appunto io sono la punta dell'ice-berg.

Il tuo legame con INRI è una certezza, lo dici con fierezza perché dentro a questa realtà c’è passione e competenza: come hai conosciuto Dade?

A proposito di squadra, Dade è diventato un po' il mio regista: l'ho conosciuto perchè sono entrata in contatto con INRI ormai da tanto tempo, tramite il mio amico Bianco, ho suonato una volta nel locale che lui gestiva (l'Amen, ndr) ci siamo piaciuti, lui ha detto che voleva trovarmi uno stile musicale ben riconoscibile io sono molto fiera del nostro rapporto perché per la prima volta sono riuscita ad affidarmi a delle idee musicale non completamente mie. 

Una delle cose più belle è che si lavora insieme e a lui piace moltissimo quello che quagliamo, che tiriamo fuori: non c'è la cosa più bella di avere un partner di lavoro che è felice quanto te e che si sente le tue canzoni come sue al 50% – e in più mi lascia totalmente libera e anzi, mi da dei consigli per migliorare. Quindi assolutamente fiera e felice di questo incontro.

Margherita Vicario e DADE, foto di IVAN CAZZOLA

Cosa ascolti, facciamo una playlist di 5 brani top per te?

BEYONCÉ sempre
KANIE WEST spesso
JESUS CHRIST SUPERSTAR fino ai 25 anni tutti i giorni
BATTISTi consumato
VIVALDI ad ogni bagno caldo

Film storico preferito da rivedere durante le vacanze di Natale? 

TITANIC

Mare o montagna?

MONTAGNA

Ora che hai firmato con Island Records cosa ti aspetti dal 2020?

Mi aspetto un anno molto figo perché la cosa di Island è che mi metterà in contatto con artisti colleghi molto interessanti, già è partita qualche collaborazione e in più loro sono molto attenti di seguire progetti anche se sono uno diverso dall'altro. Ancora non abbiamo iniziato ma non vedo l'ora e poi farà dei concerti molti interessanti.

Margherita Vicario al ROCKIT

Credi che l’Italia potrà guarire dai suoi mali? Servirebbe una generazione consapevole e motivata, quanto ti senti chiamata in causa?

Sono assolutamente fiduciosa che l'Italia potrà guarire dai suoi mali, a volte pensiamo che i paesi del nord Europa siano migliori, ma in realtà quello che ci sembra migliore forse non lo è: noi siamo un paese del sud, un paese caldo, affettivo. Non so, però io ormai sono adulta, ho 30 anni, per cui le cose le faccio sia per me, per stare bene, ma anche con la consapevolezza di essere inserita in una società – e anzi a volte mi piacerebbe scrivere delle canzoni più spensierate, ma arriveranno anche quelle.

Tipo?

Delle belle canzoni d'amore.

Margherita Vicario, foto Roberto GRAZIANO Moro

E quindi dopo Romeo, Mandela: il nuovo singolo!? Raccontami ispirazioni temi e soprattutto quanto ti sei divertita è ispirata per il videoclip: stai spoilerando cose in questi giorni su IG fantasticamente un po’ movie e haute-couture... ci prepariamo a una super bomba?!

Sì, prepariamoci, è una canzone sulla sessualità!

È molto eloquente il testo, per me è difficile parlarne in prosa, è più figo parlarne in versi.

Tutto nasce da una chiacchiera con un mio amico che ha un amico che faceva cilecca e andava in ansia con le ragazze in sostanza perché aveva visto troppi porno! E allora mi è venuto in mente un po' questo tema e ho cercato di spolparlo in "Giubbottino". E sì, c'è un po' di haute-couture perché si chiama giubbottino, ma vedendo il video spero che sia chiaro.

Torna al blog