Torino, Aprile 2019, intervista di Silvia Sardi
Da turineisa, sono molto fiera di incontrare Davide Pavanello, alias DADE: un pranzo informale ai vecchi Docks Dora, sede di mille robe successe in città per chi è stato adolescente negli anni '90 e un rinnovato quartier generale in Barriera di Milano. Un caldissimo pranzo informale, in compagnia anche della sua compagna Alice, per chiedergli della sua svolta pazzesca in cui realizza sogni e successi.
Sei ripartito alla grande, sei ovunque e con un'esplosione di progetti: cos'è successo? Da dove inizia tutto?
È iniziato tutto 4 anni fa: arrivavo da un periodo di pausa, in cui avevo sentito il bisogno di staccare (nel frattempo sono nate due figlie e ha aperto un locale, perché la natura di Dade non è certo immobile...) – e poi nel 2015 pian piano mi è ritornata la voglia di suonare il basso. Il tempo di pensarlo, davvero, è mi ha chiamato Mauri.
Quindi "detto-fatto"? Ti ha chiamato Salmo e...
Sì, è stato pazzesco dal punto di vista delle "coincidenze", della vita che ti porta dove ti vuole portare: ti mette davanti delle opportunità e tu sei chiamato a rispondere, a salire su quel treno che sta passando. E così ci sono salito, sono partito per le prime 35 date in tour con quel matto di Salmo.
Siete una band super-compatta, molto affiatata: com'è lavorare con lui?
Io e Mauri ci conoscevamo già, da quando faceva hardcore – e in un certo senso lo sapevo fin da subito che ci saremmo piaciuti, che avremmo fatto qualcosa di bello dal punto di vista artistico – e poi di fatto è stato così, anche dal punto di vista umano. Lui è un artista a 360 gradi, nella vita e sul palco: sicuramente abbiamo lo stesso background musicale, ci capiamo perfettamente e ci piacciono le stesse cose. Suonare insieme è del tutto "naturale" e infatti nell'album abbiamo messo anche "Tiè", il nostro duetto basso-batteria.
Sul palco di Playlist tour fate una vera e propria performance: chi decide i costumi-citazione che indossate?
Non li sappiamo fino a 5 minuti prima di indossarli, ahahahha... Abbiamo debuttato come Ringo Star e Paul Mc Cartney, poi abbiamo fatto Pulp Fiction, i Nirvana, il rebus-bestemmia – e ogni volta è una 2 minuti di estrema potenza. È fortissima questa cosa che un rapper sappia non solo tenere il palco, ma suonare e fare i live con la sua band: penso che lo show sia stato sold-out dall'inizio alla fine anche per questo motivo, perché le persone lo sanno quando dietro c'è la sostanza, la passione vera di chi ama suonare e sta in giro, dorme poco e viaggia per centinaia di chilometri fino alla data successiva. È il mestiere più bello del mondo ma devi saperlo fare...
Alcune delle interpretazioni live di Dade e Salmo in "Tiè"
E infatti c'è anche il grande ritorno con i Linea 77, che live ne hanno fatti parecchi... Com'è questo nuovo album?
L'altro giorno consideravo proprio questo: che alcuni giovani fan di Salmo non conoscono i Linea 77, li stanno scoprendo oggi. Questo perché noi abbiamo alle spalle 25 anni di storia! E infatti questo album nasce leggero, fiero del nostro percorso per cui oggi non abbiamo nulla da dimostrare, ma soltanto essere noi stessi: la nostra identità musicale è chiara, l'abbiamo disegnata nel tempo e quella rimane. Ci siamo ritrovati e abbiamo ripreso a suonare la nostra musica, quella che sappiamo fare. Sarà un album fatto solo di featuring, con nomi belli grossi e potenti, tutti presenti al mega live che faremo il 6 novembre all'Alcatraz di Milano. Un ritorno massiccio e incazzato, direi. Del resto noi Linea 77 siamo proprio così!
Avete da poco girato il video clip del nuovo singolo, un feat. con Salmo appunto: com'è andata?
Grazie della domanda, perché per il video di AK77 (linkato su shopify o se preferite qui con le *reaction* degli Arcade Boyz) abbiamo avuto l'idea io e Mauri (Salmo): è un vero e proprio remake di Full Metal Jacket, dove lui è il bastardo Sergente Hartman e noi i suoi fottuti soldati. L'abbiamo girato in Sardegna ed è stato come fare un vero e proprio allenamento militare: alla fine di una scena, dove abbiamo dovuto fare innumerevoli "take" correndo nel fango vero, eravamo stravolti, io in particolare, davvero sfinito... È lì che ho pubblicato la mia foto "tipo" Gandhi: identico!!!
Quando esce il video? L'8 maggio!
Com'è stato "lasciare" il Linea 77 per suonare con Salmo e poi ritrovarvi a fare musica tutti insieme?
Fantastico: per me un circuito di energia bellissima, un destino che si disegna da solo, autentico, pieno di amici e voglia di musica. L'abbiamo realizzato per Machete Empire Records, l'etichetta di Salmo e soci: per i ragazzi (Linea77) è stato fondamentale riscoprirsi più maturi e pronti ad accogliere quello che viene e che, in qualche modo, ci spetta.
Sei stato molto coinvolto anche nella scrittura di Playlist, com'è aver fatto parte di questo successo?
Guarda, è una sensazione bellissima. Non solo perché l'album è una bomba, ma perché Salmo ha spaccato in due il mondo della musica: è un sovversivo delle regole e oggi le regole le detta lui. Lo vedo ogni giorno, nelle scelte che ha fatto e che continuerà a fare. Ha una precisa idea, anzi ha la "sua" idea di come gestire "la cosa" e in questo possiamo tranquillamente dire che è geniale. Tutti oggi gli vanno dietro, è stato innovativo fin dalla presentazione del primo singolo, andando in giro come un barbone e con quella provocatoria affissione-presentazione "A Milano tutti vogliono un pezzo". Sono molto fiero di lavorare con lui e che il suo successo sia infinitamente esteso: addirittura mia madre conosce le sue canzoni, ha un pubblico super-trasversale e questo sicuramente fa piacere, perché va oltre all'idea di aver fatto qualcosa che piace: piace a tutti!!!
E nel frattempo, stai seguendo molto bene la INRI, l'etichetta che ha portato alla fama Levante e con la quale produci artisti emergenti e di successo, come ad esempio Bianco. Come fai?
E, ma infatti non riesco a leggere tutte le mail e spesso mi dimentico qualcosa (ride). INRI è un mio pensiero: è un progetto che ho voluto con tutto me stesso, per produrre la musica che mi piace, che scelgo scovandola in giro o andandola a trovare. Nasce nel 2011, in primis con Bianco e poi Levante, che mi è esplosa in mano; figurati che la prima volta che l'ho sentita, cantava dal vivo davanti a poche persone che però erano tutte commosse: ho capito subito che avrebbe sfondato. E ti racconto anche un altro aneddoto, su Claudia: non voleva inserire “Alfonso” nel suo primo disco, voleva tenerlo fuori. Al che io ho insistito: “Fidati!” – e alla fine lo abbiamo messo: è il brano che l’ha resa famosa! Ora siamo fuori con Margherita Vicario: la sua Abauè, morte di un trap boy è stato selezionato al Berlin Music Video Awards nella categoria Silver Screenings e verrà proiettato al più importante festival di videoclip europeo. Una cosa incredibile, che è successa in maniera spontanea e assolutamente non cercata: una grande soddisfazione, grazie anche alla regia di Francesco Coppola. Inoltre è appena uscito il nuovo singolo: Mandela.
Ci vediamo tutti a Milano allora?
Sì, l'appuntamento è per il 6 novembre all'Alcatraz. Sarà un vera e propria festa per noi Linea 77: ci saranno tutti, tutti i featuring della nostra storia, una figata!