#Peace. L'hashtag dell'architetto iraniano Mohammad Hassan Forouzanfar

#Peace. L'hashtag dell'architetto iraniano Mohammad Hassan Forouzanfar

Intervista di Antonella Vitelli, gennaio 2020

hitetto iraniano Mohammad Hassan Forouzanfar. #Peace fa da didascalia alle immagini di 10 siti Unesco dell’Iran che sventolano bandiera bianca. Questa la risposta che lo studio Archigraf ha lanciato a seguito del tweet minaccioso di Donald Trump, dopo la morte del Generale Soleimani.

Mohammad non ti voglio chiedere cos’hai provato appena hai saputo della morte del  super Generale Soleimani per mano americana perchè mi sembra un inutile orpello giornalistico. Diciamo che posso immaginare. Parliamo di te, di Archigraf e dell’arte prestata alla critica sociale che è meglio! Giusto? In queste ore stanno facendo il giro del mondo le tue immagini di 10 siti Unesco dell’Iran che sventolano bandiera bianca con l'hashtag #Peace. Hai scritto del tuo paese come di una realtà dalla “cultura liquida”. Ci spieghi?

Lo scienziato iraniano Ibn Sina sostiene che l’Iran abbia una “cultura fluida”. Noi sappiamo che l’Iran è una delle primissime civiltà umane della storia. Proprio lungo la storia tragica dell’Iran troviamo molte guerre, periodi di splendore e decadenza. Come l’attacco di Gengis Khan, quello di Alessandro Magno o la stessa campagna di espansione dei Mori. Tuttavia, la cultura iraniana è stata in grado di resistere a queste invasioni per lunghi periodi. Questo è l’Iran.

Questa capacità di dare forma e influenzare la cultura iraniana dà quella fluidità di cui vi sto parlando, una fluidità che è tutt’ora presente.

Sulla scorta del tuo post sulla piattaforma change.org è stata lanciata una petizione a tutela della pace chiedendo al governo di mettere una bandiera bianca anche sui 55 sito UNESCO presenti in Italia. Queste iniziative possono farvi sentire meno soli? Ti aspetti qualcosa, ti senti di chiedere qualcosa ad esempio all’Unione Europea?

Sono convinto che la posizione di un artista possa essere differente da quella di un politico. Così, alla luce degli attacchi in Iran, specialmente alla luce della minaccia contro i siti culturali, ho provato a far confluire un messaggio di pace e amicizia iraniano attraverso l’arte.

Siccome il patrimonio culturale iraniano appartiene a tutto il mondo ed è parte della storia dell’arte mondiale, tutti i responsabili di UNESCO e Unione Europea dovrebbero prestare più attenzione a ciò che sta succedendo e opporsi a queste minacce.

Sei a capo del progetto Archigraph (www.archigraph.ir). Vedo che c’è un bellissimo team dietro a quella che sul sito definisci “la famiglia”. Da dove credete debba ripartire il vostro paese. L’arte sicuramente è un campo interessante. 

“Archigraf” è uno studio educativo nel campo dell’architettura e della grafica e l’ho paragonato a una famiglia per l’intimità e gli obiettivi che gli studenti hanno condiviso.

Noi cerchiamo di mostrare le nostre risposte sociali, politiche e culturali attraverso l’arte per generare un impatto maggiore.

Il nostro paese oggi necessita di serie riforme e cambiamenti per tornare a essere glorioso come un tempo.

In molte delle vostre creazioni artistiche emergono scenari di guerra. In che modo questo tema ha influenzato il vostro modo di fare arte? 

Uno degli obiettivi che abbiamo cercato di acquisire nelle lezioni di “Archigraf” è il concetto di “post apocalittico”.

Ci sono molti esempi di questo tipo di architettura e di arte, come le opere di Lebbeus Woods. Ma cosa la rende attraente in realtà sono le caratteristiche surreali, insieme all’immaginazione e alla pratica architettonica in un mondo post-crisi

Mi ha incuriosito molto questa idea del retrofuturism. Ci racconti com’è nata l’idea di mettere assieme contemporaneo e disegni dell’antica Persia? 

L’idea di retro futurismo si riferisce alla capacità che abbiamo avuto in passato di immaginare il futuro e viceversa.

Se le idee di oggi fossero esistite nel passato, allora come sarebbe sembrato il nostro passato?

Quindi, in questi progetti, le caratteristiche dell’architettura moderna sono state combinate con quelle dell’architettura iraniana del passato per mostrare un altro tipo di passato. Inoltre queste opere hanno il potere di creare contraddizioni così evidenti da generare e ispirare altre idee.

Al di là della pace, cosa ti auguri più di ogni altra cosa per il tuo paese? Cosa manca a giovani colti e illuminati come te? 

I giovani iraniani sono particolarmente talentuosi in arte e architettura e hanno brillato e brillano ancora molto nell’arena globale. Io spero che il futuro politico e culturale iraniano sia molto meglio di come è oggi e che potremo avere relazioni migliori e più appropriate con il mondo. Le nostre condizioni migliorano giorno dopo giorno. Auguro a voi e ai vostri colleghi una buona salute e successo.

http://archigraph.ir

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