Inaugurazione Project your Peace - Ombradifoglia - via catania 16, Torino

Project your PEACE: la gioia di stare nel flusso. Il nuovo concept store di Elena Pignatta

In un’epoca che corre, Elena ci ricorda che la bellezza può essere un atto di pace: una forma di resistenza dolce, di equilibrio e visione.
Un monumento lieve nel tessuto di Torino — un luogo dove il tempo è fatto per riconoscersi. Un’artista che veste le emozioni e che inaugura il suo nuovo store modo per celebrare l'energia creativa: proiettare la pace, dentro e fuori di sé.

Elena quando hai avuto l'idea?

Questo inverno ho organizzato un viaggio in Danimarca perchè avevo bisogno di rigenerarmi e di vedere  belle persone e luoghi belli. Poi, all'improvviso, mentre ero lì e guardavo "altrove" mi sono detta: ecco, dobbiamo tornare a costruire la nostra pace. Pace individuale, pace mentale, pace progettuale.


Il lavoro di Elena, quale stilista, è evidente da anni, nella città di Torino. Il suo talento è palpabile, le sue collezioni sono capolavori che negli anni hanno ricostruito il concetto e l'arte della sartorialità. La sua visione è molto netta e molto determinata, una certezza di gusto e di stile. 

Al centro della tua visione c'è la cura: Cura del corpo, della natura, dei tessuti, del tempo, delle persone. È un messaggio epocale importante, un invito a rallentare e a prendersi il proprio spazio, il proprio modo.

Sì. Io lavoro sempre, con tempi assurdi che tendono a fagocitare. Invece il bello è cavalcarli, farli propri; la selezione che ho fatto porta messaggi e colori che dicono molto, rappresentano per me un'aria nuova di cui sentivo l'esigenza. Questo è il mio mondo ed un nuovo modo di stare. Stare con ciò che creo, con ciò che porto nel mondo, addosso alle persone che mi indossano, che riconoscono nelle forme che creo un modo di essere.

Il colore è protagonista, determinante, forte. Niente più sfumature: sei cambiata?

Sì, sono cresciuta! Non ho timore delle scelte forti, di essere determinata e di portare un po' di leggerezza e coraggio allo stesso tempo. Chi sa leggere le presenze e le scelte che ho fatto nello store ha la capacità di ridere e di riconoscere il senso del messaggio.

GianAdrea (Barbero, di liquido studio) hai collaborato con Elena alla  progettazione degli interni: avete celebrato la vostra sintonia con questo progetto? 

Sì, assolutamente. È stato immediato creare e disegnare il progetto grazie al rapporto di stima reciproca: i nostri linguaggi trovano significati corrispondenti e quindi, partendo dall'esigenza di Elena di rinnovare e rioganizzare gli spazi, abbiamo trovato insieme le risposte. L'approccio e la volontà si poggiano, fondamentalmente, sull'idea che tutto possa essere mobile e adattabile; ogni elemento si veste degli oggetti che porta e di volta in volta potrà essere ripensato, spostato, aggiornato. Come è giusto che sia, come il flusso creativo di Elena e la naturale propensione di ognuno di noi di evolvere, mutare.

L'idea del monolite come bancone cosa rappresenta?

Un'idea matta, di carattere, provocatoria. Le pietre sono sulla terra da prima degli uomini, l'età della pietra è la partenza dell'umanità, il monolite è una presenza, un punto saldo che sa stare e fa la sua parte.

Elena, con Project your Peace hai dato vita a un luogo che sembra sospeso tra arte e rito, un momento magico per questa parte della città, come accade solo nei grandi hub metropolitani. Quanto c’è di arte nel tuo modo di disegnare lo stile?

Molto. Project your Peace è una sorta di scultura abitabile: ogni linea, ogni tessuto, ogni tono di colore dialoga con la voglia di fare al meglio, con l'importanza dei piccoli gesti e delel scelte consapevole – etiche anche. È arte quando qualcuno entra e si ferma, quando toccare una stoffa e spostare un oggetto è istintiva esigenza per raggiungere il bello. Respirare un profumo, un'aria. È sempre stato un luogo vivo, che accompagna le donne nei loro momenti speciali e quotidiani.

E se dovessi sintetizzare il suo messaggio, la filosofia che lo anima?

Credo nella bellezza che calma, non che distrae. Ho voluto costruire un luogo per il corpo e per la mente, per la progettualità personale. È un invito a coltivare la propria pace come un giardino interiore. 

[Ombra di foglia è in via Catania 16, Torino. www.ombradifoglia.com]


 

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