Sull'"inutilità" della poesia. Intervista a Davide Rondoni

Sull'"inutilità" della poesia. Intervista a Davide Rondoni

Intervista di Gioconda Fappiano, Bologna, novembre 2019

“Molto imparo da chi poeta non è. Ma è vivo”. Così Davide Rondoni, poeta e scrittore che ha al suo attivo diversi volumi di poesia tradotti in vari paesi del mondo. Collabora inoltre a programmi di poesia in radio e TV, ha fondato il Centro di poesia contemporanea all’Università di Bologna e la rivista “clandDestino”. Una delle voci più interessanti ed originali della poesia contemporanea ha dedicato un libro al poeta di Recanati,  Giacomo Leopardi - “E come il ventoL’infinito, lo strano bacio del poeta al mondo” (Fazi Editore, 2019) -  offrendo un’interpretazione viva ed originale di una poesia-magnete che compie duecento anni , scoprendone significati nuovi e trovando nei suoi versi una potente e meravigliosa bussola , per abitare non altrove dalla poesia.

Secondo lei, la "inutilità" della poesia, quanto può essere utile nella nostra società tecnologica e digitalizzata?

La poesia è sempre inutile, o meglio serve a correggere lo sguardo verso il profondo e verso il bello e il misterioso, in qualsiasi tipo di società, rurale o tecnologica, antica o attuale.

Lei scrive che "L'infinito" di Leopardi possiede una bellezza magnetica, biblica e danzante, ponendo sul tavolo di discussione un tema capitale per l'uomo, la consapevolezza razionale che tutto ha un inizio e una fine e d'altra parte il desiderio dell'infinito.

Sì è una poesia nata da una grande questione e che mette in campo la presenza di un segno, il vento che soffia tra le piante, comparando il quale con qualcosa di infinito e sconosciuto si può fare una esperienza rivelativa dell'eterno legato al tempo, ovvero dell'infinito. 

Maestro, lei punta il dito contro l'attuale omologazione dell'uomo rivendicando l'individualità e l'eccezionalità dell'essere umani e il ricorso al ruolo di "un vento e di una poesia" che ci faccia respirare. Dov'è il suo "vento" e il segno rivelatore nella sua vita?

Non sono un maestro, sono un operaio. Non punto il dito, canto e dico a tutti cerca il fiato, prendi il respiro dove c'è, perché il vento c'è, non asfissiare.


In una lettera del 2008 ai professori di Lettere , lei chiedeva  ai docenti di essere "monaci e guerrieri" a custodia di un bene prezioso come la Letteratura, svilito dall'insegnamento nelle aule scolastiche. Lei riprende lo stesso tema nel suo libro " Contro la letteratura", dicendo che quest'ultima è l'unico bene antropologico del Paese che la scuola sta distruggendo, e propone che questa diventi materia facoltativa d'insegnamento. E' una provocazione la sua?

No, non è una provocazione, è una proposta di metodo alternativo a quello attuale che non sta dando buoni frutti. Il libro la motiva e propone. 


A chi qualche volta l'ha accusata di scrivere poesie che non si capiscono, lei ha replicato che la poesia non deve essere capita ma compresa. Vuole spiegarci meglio quanto affermato?    

Le poesie le fa l 'uomo e così come l'uomo, ogni persona, non può essere capita, nel senso di definita," capta" in limiti e definizioni, senza lasciare spazio al mistero, all'indefinibile, perché non siamo marchingegni, analogamente un'opera d'arte va com-presa, presa con sé, mai definita del tutto, restando noi aperti al suo svelarsi e dirsi infinito e misterioso.


Lei ha dedicato a Giuseppe Ungaretti una poesia, " A Giuseppe Ungaretti visto di notte alla televisione leggere   I fiumi ".  Oltre Leopardi e Ungaretti, quali sono stati gli altri riferimenti poetici?

Beh, devo molto alla attenzione avuta nei miei confronti da parte di Luzi, di Testori, di Bigongiari, di Caproni...Questi poeti e altri, in una costellazione libera e un po' pazza, che va da Omero a Eliot, da Rimbaud a Dylan Thomas, da Pasternak a Rilke a Lorca...mi ha influenzato e influenza cosi come la lettura di miei contemporanei, da Walcot a Heaney, ad amici come Lauretano, Riccardi, Conte...

E molto imparo da chi poeta non è. Ma è vivo.

Davide Rondoni, “E come il vento.  L’infinito, lo strano bacio del poeta al mondo” , Fazi editore 2019

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