Intervista di Antonella Vitelli, 17 luglio 2024
Nel panorama musicale odierno, caratterizzato da una continua riscoperta e valorizzazione dei contributi storici, si distingue un progetto che unisce innovazione e memoria storica. Roberta Pandolfi, pianista e direttrice artistica di Orchestra Olimpia, ci guida alla scoperta di DiClassica, un podcast che getta luce su otto straordinarie musiciste e compositrici dimenticate. Con un approccio critico e coinvolgente, Pandolfi e il suo team non solo riscrivono la storia della musica, ma invitano l'ascoltatore a un viaggio emozionante e riflessivo attraverso secoli di creazioni femminili spesso ignorate. Abbiamo il piacere di approfondire con lei la genesi e le sfide di questo progetto ambizioso.
DiClassica presenta otto puntate, ciascuna dedicata a una figura straordinaria:
- Julia Wolfe: Una ribelle della musica classica, esplorando la fusione di stili musicali e il suo impatto nel post-minimalismo newyorkese.
- Dora Pejačević: Una compositrice anti-sistema, con un focus sulla sua vita aristocratica e il suo stile tardo romantico.
- Amy Beach: Il prodigio americano, la prima compositrice statunitense a scrivere una sinfonia.
- Metaura Torricelli: Il prototipo della perfezione, una violinista virtuosa che ha trionfato in Europa e negli Stati Uniti.
- Chen Yi: La tradizione cinese incontra l'occidente, una compositrice che ha vissuto l'era della Rivoluzione Culturale di Mao e ha esplorato la fusione tra tradizioni orientali e occidentali.
- Sophie Menter: La pianista dei gatti, allieva di Franz Liszt, con un talento unico e una vita ricca di trionfi artistici.
- Sofja Gubaidulina: Scegliere la strada sbagliata, una compositrice russa che ha sfidato le convenzioni sovietiche con la sua musica spirituale e simbolica.
- Silvya Caduff: Direttrice, non direttore, una pioniera nel mondo della direzione d'orchestra che ha superato i pregiudizi di genere.
Abbiamo intervistato Roberta Pandolfi che assieme a Francesca Perrotta ha fondato l'Orchestra Olimpia, una realtà tutta al femminile la cui missione è promuovere le figure femminili in ambito musicale, dedicandosi al contempo alla divulgazione del repertorio classico e contemporaneo in sinergia con le arti performative, all'organizzazione di eventi a scopo caritatevole.
Roberta, puoi raccontarci come è nata l'idea del podcast DiClassica e quale obiettivo vi proponete di raggiungere con questo progetto?
L’idea è venuta a Margherita Macrì, autrice del podcast. Quando ci ha proposto di realizzarlo, lo abbiamo accolto subito con entusiasmo perchè uno dei nostri obiettivi è quello di promuovere la musica delle donne. In concomitanza con la sua proposta iniziavano i lavori per la costruzione del dossier di Pesaro 2024 Capitale Italiana della Cultura. Il nostro interesse si è sposato anche con quello della città, nel creare contenuti digitali unitamente a un progetto di genere. In Italia il nostro è stato il primo podcast di questo genere, siamo davvero orgogliose di questo ed è bello vedere che in seguito ne sono nati altri.
Il podcast DiClassica si focalizza sulla vita e l’opera di otto musiciste e compositrici spesso dimenticate. Come avete scelto le figure protagoniste delle puntate?
Di questo aspetto mi sono occupata personalmente io. Ho pensato a una collocazione geografica diversificata, per poter dare una panoramica più ampia della musica, dal locale con il profilo della violinista Metauro Torricelli (di Fossombrone, provincia di Pesaro) al mondiale con musica che va ben oltre i nostri confini europei, fino alla Cina. Inoltre c’è una quota di musiciste più conosciute e comunque molto affermate nell’ambito specialistico e accademico e alcune figure sconosciute proprio a tutti, anche agli addetti ai lavori.
DiClassica mira a colmare il gender gap nella memoria collettiva riguardo alle donne nella musica. Quali sono, secondo te, i passi più importanti che la cultura e la società devono ancora compiere per raggiungere una maggiore parità di genere in questo campo?
Ritengo che sia molto importante che artiste e artisti, direzioni artistiche e sovrintendenze si impegnino a normalizzare la presenza di compositrici nella programmazione dei loro cartelloni, che non restino relegate solamente alla giornata dell’8 Marzo o a eventi specifici. Quello che apparentemente è uno sforzo, presto diventerà normalità, tanto che sembrerà strano il contrario, ovvero non trovare nomi di donne nelle programmazioni delle grandi stagioni sinfoniche. Anche i Berliner Philarmoniker recentemente si sono espressi a riguardo. Se un’istituzione di grande tradizione come questa ha deciso di intraprendere questa strada, significa che ci stiamo muovendo nella giusta direzione. Ma ancora è il tempo di perseverare, niente è compiuto.
Secondo te, quali sono i principali ostacoli che le donne musiciste e compositrici devono affrontare oggi per emergere nel panorama della musica classica?
Dipende da quale è il loro campo d’azione. Se sono direttrici d’orchestra affrontano problematiche legate al fatto che questo settore è ancora quasi completamente di tradizione maschile, ci sono ancora pochi modelli femminili di riferimento e non abbiamo ancora un buon numero di direttrici anziane (anzi praticamente nessuna in attività…). In alcuni ambiti strumentali, direzione inclusa, ci sono ancora pochissime donne professioniste e spesso per poterle ingaggiare vanno ricercate con attenzione, per cui se non c’è un goal specifico dell’ente organizzatore, è molto probabile che per certi settori vengano ingaggiati sempre uomini. Se parliamo di solismo in senso molto ampio, andiamo incontro al fatto principale che spesso vediamo sui cartelloni o nei rooster delle agenzie solo musiciste che hanno anche qualità estetiche molto spiccate. Questo porta ad alcune considerazioni: è molto più difficile essere ritenute “brave e basta” se si è anche belle (come se l’avvenenza fosse una colpa!), se falliamo una prova o una performance saremo presto additate come quelle solo belle, e d’altra parte se non siamo abbastanza avvenenti spesso veniamo scartate in favore di una collega ugualmente brava ma più “bella” di noi (come se il non corrispondere a canoni estetici da copertina sia una colpa!). È lo star system che deve cambiare le regole del gioco, la svolta è in mano a chi decide. Quello che credo la maggior parte delle musiciste ritenga importante è essere considerate esclusivamente per la propria professionalità.
A quali delle protagoniste ti senti più vicina e perché?
Mi sento vicina a Julia Wolfe, perchè è una donna nella cui storia mi riconosco e perchè il suo impegno artistico verso la causa femminile mi commuove. Non posso però non citare Sofja Gubajdulina, cresciuta in silenzio dietro la cortina di ferro, come un fiore nel deserto. Oggi è molto anziana è tra i musicisti più acclamati del mondo. Ammiro la sua capacità di rimanere fedele a sé stessa e la musica incredibile che è stata in grado di scrivere durante tutta la sua vita.
Posso dire che dopo aver realizzato il podcast, ho imparato ad amare tutte, perchè ognuna a modo suo a saputo fare la differenza, sia in piccolo che in grande. Sono tutte storie degne di essere raccontate e conosciute. Sono sicura che ogni ascoltatrice o ascoltatore potrà trovare la sua eroina.
Infine, quale messaggio vorresti lasciare alle giovani musiciste che si affacciano ora nel mondo della musica classica?
Di studiare, tanto. Di costruire un progetto che le rappresenti. Di essere loro stesse. Di non dimenticare mai e di celebrare ogni volta che potranno, le donne che ci hanno permesso di fare quello che facciamo oggi. Di connettersi alle altre donne e di creare un network virtuoso per condividere i momenti di successo e sostenersi nelle difficoltà. Io ho incontrato Francesca Perrotta, la direttrice musicale di Orchestra Olimpia e insieme abbiamo incontrato centinaia e centinaia di altre musiciste. Questo ci fa sentire parte di qualcosa di più grande e ci guida ogni giorno.
La bellissima illustrazione di copertina è di Agnese Franchini.
Le foto del sito www.orchestraolimpia.com